Export Carni Italiane in Giappone: rilancio e servizi
A seguito dell’approvazione da parte del Governo giapponese all’inclusione dell’Italia da giugno 2016 nella lista dei Paesi autorizzati all’esportazione di carni bovine sul mercato nipponico si riapre per l’industria di settore italiana un ampio raggio di opportunità operative per dinamiche di export.
Come per France, Ireland, Netherlands, Poland, Denmark and Sweden, anche l’Italia rientra nella lista dei Paesi europei autorizzati ad esportare in Japan, consolidando la sfida europea ai colossi di esportazione statunitense e australiano che hanno dominato la scena dal 2001 al 2015 forti dell’embargo sui paesi europei a seguito della diffusione dell’encefalopatia spongiforme bovina, da molti esperti considerato come un “pretesto” giapponese nel favoritismo di alcuni Paesi a scapito di altri.
La prospettiva commerciale pone ora l’operatore di settore ad ovviare alla definizione di alcune documentazioni per consolidare la dinamica di esportazione conformemente alla normativa giapponese (una fra le più stringenti al mondo in termini di controllo e capillarità di documentazione, trasversalmente su molti settori industriali)
Fra le documentazioni da perfezionare in maniera classica ritroviamo la Maritime Container Cargo, Manifest for Aircraft, Manifest for Vessels, Inward Declaration for Aircraft, Inward Declaration for Vessels, Customs Import Declaration, Declaration of Dutiable Value, Commercial Invoice, Packing List, Certificate of Non-Preferential Origin, Proof of Preferential Origin, Air Waybill, Bill of Lading, and Insurance Certificate. Oltre a queste il prodotto richiede l’applicazione alla Import Quarantine Certificate for Meat and Meat Products che deve essere poi approvata dalla Animal Quarantine Service in Japan (procedura di ispezione gratuita ma che può richiedere tempistiche differenti a seconda della sezione a cui è sottoposta).
I requirement specifico ulteriore destinato all’importatore è dato dal’ Import Permit for Endangered Species Subject to CITES (per CITES si intende la conformità sancita dalla Washington Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora) Tale documentazione permette all’importatore di ovviare all’operazione per la durata di un’anno solitamente e deve essere inoltrato presso il Ministry of Economy, Trade and Industry (METI), il Trade and Economic Cooperation Bureau, il Trade Control Department, l’ Office of Trade Licensing for Wild Animals and Plants in Japan.
Oltre alla licenza di importazione così ottenuta serve consolidare altre due documentazioni: Veterinary Health Certificate for Animal Products che deve essere messo a disposizione da una certifica nel Paese di esportazione e che sancisce la conformità degli standard sanitari e il BSE Certificate che attesti sempre nel Paese di allevamento che il bestiame soggetto a macellazione sia BSE negativo.
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